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26/12/11

Jean Harlow












Jean Harlow nasce a Kansas City il 3 marzo 1911 ed è considerata a tutti gli effetti l’icona sex symbol degli anni Trenta. Figlia di un dentista e di un’attrice, sarà quest’ultima a indirizzare Jean verso la carriera cinematografica (anche se, a differenza della madre, la Harlow non aveva mai dimostrato un reale e forte interesse per le luci della ribalta). Jean interpreta già i suoi primi ruoli con estrema maestria e sono la sua genuinità e la sua spontaneità di fronte a una telecamera le carte vincenti che porteranno ben presto in auge la giovane attrice dalle curve suadenti e dai capelli color platino. A soli vent’anni è già protagonista di due film di notevole successo: “Nemico Pubblico” e “La donna di platino” (per la regia di Frank Capra, il cui titolo si riferisce ai capelli biondissimi della diva e diventerà lo stesso suo soprannome). Sposa a soli 21 anni il produttore della MGM (che diverrà la sua casa cinematografica): Paul Bern. Quest’ultimo però morirà a soli due mesi dal giorno del matrimonio, ucciso da un colpo di pistola alla nuca di cui non si conoscerà mai l’artefice (tra le varie ipotesi suggerite quella del suicidio e quella dell’omicidio da parte della sua ex moglie). Jean però, sebbene profondamente addolorata dalla morte del marito, non si abbatte e si getta a capofitto nel lavoro: sono questi gli anni più prolifici per la sua carriera artistica, e molti sono i film da annoverare,
primo fra tutti “Lo Schiaffo”, dove recita assieme a un giovanissimo Clark Gable la parte di Vantine, una conturbante e astuta biondina. Con il ruolo da protagonista in “Argento Vivo” toccherà l’apice del successo cinematografico anche se di lì a poco una tragedia stroncherà in malo modo la sua carriera cinematografica e non solo: è il 1937 e sta recitando sul set di “Saratoga” quando la Harlow si sente male e tutti i tentativi di rianimazione risultano inutili. Le sarà diagnosticata come causa della morte una nefrite acuta senza alcuna via di scampo.

La collana che le è stata abbinata ricorda la genuinità e la purezza della giovane e sfortunata attrice: alcuni bottoni in legno dalle tinte chiare sono alternati a bottoni in pelle marrone retrò, il tutto intervallato da alcuni fiori color panna, e alcune foglie verde prato. Nastri in velluto color beige uniti assieme da due fiocchi marroni e due piccoli bottoni color mattone completano il tutto.


JEAN HARLOW COLLANA:




22/12/11

Sharon Tate










Sharon Tate nasce a Dallas il 24 gennaio 1943, prima di tre figlie di Paul Tate, ufficiale dell’esercito. A causa degli impegni lavorativi del padre, Sharon è costretta a viaggiare molto e a cambiare spesso casa: per questo non si legherà a molte persone nel corso della sua vita e sarà definita dagli stessi amici come una “ragazza timida e introversa”. È il 1960 l’anno della sua svolta: costretta a trasferirsi con il padre e la famiglia a Verona (troveranno casa proprio in zona Borgo Trento), Sharon decide di partecipare alle riprese del film “Barabba” che si stavano svolgendo proprio nel capoluogo veneto. La giovane attrice viene scelta per un ruolo secondario ma molti rimasero impressionati soprattutto per la sua bellezza ed eleganza, anche lo stesso attore protagonista Jack Palance ammette d’essere rimasto colpito dal suo fascino. Successivamente ritorna a Los Angeles, in California, per completare gli studi e lì riesce a firmare un contratto di ben sette anni con la Filmways Inc (grazie anche all’intercessione del suo direttore, Martin Ransohoff). Il primo ruolo di rilievo che le viene affidato è quello di Odile nel film “Eye of the Devil”.
Interpreta la parte della strega cattiva e la sua performance accoglie gli applausi della critica e dello stesso regista Roman Polanski (che ne rimane particolarmente incuriosito). Quest’ultimo decide di scritturarla per interpretare il personaggio femminile della sua ultima fatica cinematografica: “The Fearless Vampire Killers”: l’unico obbligo
per la Tate sarà quello di indossare una parrucca rosso fuoco per renderla il più simile possibile al suo personaggio romanzato. Tra il regista e la bella attrice si instaura un feeling e una complicità che va ben oltre il tipico
rapporto professionale: i due si sposeranno a Chelsea, Inghilterra, nel 1967. Sharon Tate, più volte criticata dagli “addetti al settore” che la consideravano la solita “starlet bella ma stupida, bionda tutta capelli e niente cervello”,
stupirà tutto il mondo cinematografico quando nel 1967 eseguirà una magistrale interpretazione nel film “La Valle delle Bambole” nel ruolo di Jennifer.

La collana che le è stata abbinata è in perfetto stile natalizio: ciondoli dorati a cui sono stati legati campanellini, bottoni rossi natalizi, due fiocchi verdi, e alcuni fiori del medesimo colore. Una catenella e un moschettone dorati completano il tutto.


SHARON TATE COLLANA:

06/12/11

Maureen O'hara












Maureen O’hara.
Maureen O’hara nasce il 17 Agosto 1920 in un sobborgo di Dublino, Ranelagh. La sua chioma rossa fluente, da tipica
irlandese, conferirà alla starlette un fascino tutto particolare: capricciosa e determinata, passionale e vivace, conquisterà i cuori di molti uomini. Tra questi l’attore Laughton che la scopre mentre recita per un provino alla London Academy e le procura un contratto di ben sette anni con una nota casa cinematografica. Hitchcock la venera e le propone di interpretare il ruolo di Mary Yellen nel film di sua produzione: “La Taverna della Giamaica” (1939). Ma forse il ruolo per cui la O’hara è maggiormente ricordata è quello di Esmeralda nel film “Notre Dame”, splendido rifacimento del 1939 diretto da William Dieterle, in cui l’attrice recita proprio accanto a Charles Laughton (che interpreta la parte di Quasimodo, il campanaro deforme).

La collana che le è stata abbinata è ispirata al personaggio di Esmeralda: una lunga fila di perle azzurro turchese con in aggiunta una catenina d’argento sulla quale sono stati applicati semplici bottoni dello stesso colore e un bottone gioiello. Una gitana elegante e raffinata, che fonde insieme il carattere di miss Maureen a quello del suo alterego cinematografico.

MAUREEN O'HARA COLLANA:

04/12/11

Vivien Leigh










Vivien Leigh
Vivian Mary Hartley, in arte Vivien Leigh, nacque il 5 novembre 1913 a Darjeeling, in India, da padre e madre inglesi. All’età di sei anni ritornò a Londra e confessò ai suoi genitori il desiderio di diventare una brava attrice: i due l’appoggiarono e Vivien iniziò un lungo percorso di formazione presso la Royal Academy of Dramatic Art. A soli 18 anni Vivien si sposò con l’avvocato Herbert Leigh Holman, dal quale ebbe una figlia l’anno seguente. Ma il rapporto con il marito si fece subito complicato: egli non appoggiava la moglie nelle sue scelte professionali in ambito cinematografico e Vivien si sentiva schiacciata da un marito e dagli obblighi coniugali tanto da voler separarsene al più presto. Intanto la sua carriera come attrice decollava: ottenne i primi riconoscimenti con l’interpretazione dell’opera teatrale “The Mask of Virtue”, la sua bellezza senza confini ammagliava la platea e non solo. Durante una sua rappresentazione infatti, l’attore Laurence Olivier la vide e se ne innamorò all’istante. La Leigh ricambiò il suo amore e i due si sposarono solo in un secondo momento (e con il consenso del primo marito): il 30 Agosto del 1940. Laurence e Vivien affrontarono da questo momento in poi periodi molto difficili (le continue depressioni di lei, la sua personalità bipolare, i capricci di un’attrice viziata e capricciosa) e riuscirono a superarli grazie a un profondo affetto che legava i due visceralmente. Malgrado tutto ciò, Vivien dimostrò d’essere un’attrice d’alto livello e d’avere una ferrea volontà nel voler perpetrare al meglio i suoi ruoli cinematografici: vinse due Premi Oscar: il primo per l’egregia interpretazione di ROSSELLA O’HARA in “Via col Vento” (1939), il secondo con il film “Un tram che si chiama desiderio” (1951, in cui interpretò magistralmente il ruolo della protagonista, Blanche Dubois).

La collana che le è stata abbinata rispecchia la personalità della protagonista di Via Col Vento, la Rossella O’hara che noi tutti conosciamo: delicata ed elegante al tempo stesso. È costituita da una catenella di perle beige arricchita da un bottone vintage marrone scuro e lucido. “A volte lo stile,” citò la stessa Vivien Leigh, “sta nella semplicità delle cose”.


VIVIEN LEIGH COLLANA: